martedì 10 giugno 2008

M'indigno... ma non solo.

Sfrutto questo spazio e provo a mettere un mattoncino.Desidero che la "giovanile" del Pd sia la CASA della LEGALITA' e dell'ANTIMAFIA. Sarà banale, ma lo desidero perché tra le cose che non posso permettere a me stessa e a questo mio Partito, ce n'è una su tutte: l'affievolirsi del senso d'indignazione.Mi spiego.Storie come quelle di Peppino Impastato o di Falcone e Borsellino, ci hanno fatto commuovere e hanno impresso in noi quel senso di giustizia che vorremmo fosse proprio della nostra società, del mondo in cui viviamo.Ascoltiamo il grido dei ragazzi di Locri, leggiamo le denunce di Roberto Saviano e crediamo che tutto ciò per cui è profuso il loro impegno sia giusto e condivisibile. Ma l'illegalita non alberga solo a Palermo, Casal di Principe, Locri…Illegalita' è quando a Bari, in Università, un professore si fa pagare le risposte per il test d'ingresso di una Facoltà. Illegalita' è, allo stesso modo, quando un ragazzo di 20 anni, nostro coetaneo, paga per avere le risposte del test d'ingresso per accedere in una Facoltà. Il Professore e l'Alunno non hanno i volti dei sicari di Cinisi e di Palermo, ma il volto di ordinari e comuni cittadini che sono seduti in aula accanto o davanti a noi.E' per questo che nella prima assemblea del Pd Pugliese ho cercato di dire che è dinanzi a questi atti a noi vicini che il Pd deve manifestare il suo collettivo senso di indignazione. Collettivo perché deve coinvolgere ciascun aderente a questo progetto politico. E quindi individuale, perché è dalla denuncia del singolo che quel senso collettivo si fomenta.E allora, accogliendo l'invito di Guccini che in una sua recente canzone dice che "Uscire di casa a 20 anni è quasi un obbligo, quasi un dovere…" spero che ciascuno di noi possa decidere di uscire di casa e sentire l'obbligo e il dovere di guardare negli occhi l'illegalità, di indignarsi e di trovare il coraggio di denunciare. Un coraggio semplice, proprio delle piccole azioni che possono cambiare la storia. Il coraggio che ciascuno di noi può manifestare anche solo nel parlare con il proprio vicino di banco trasferendo, in una chiacchierata, la nostra idea di giustizia. Piccoli gesti che compongono una grande battaglia culturale che investe l'idea di societa' che abbiamo in mente.Sappiamo che la diffusione di una cultura della legalita' va' di pari passo con l'affermazione della più' piena trasparenza e l'avanzamento del merito. Per tutto questo una tale battaglia di civilta' puo' essere il tratto identitario di una generazione che vuole il governo del cambiamento; di una Generazione Democratica.
Giulia Di Pierro

3 commenti:

nicola ha detto...

E brava Giulia! brava perchè rimette al centro una questione non solo fondamentale per tutti coloro i quali, giovani e vecchi, amano interessarsi di politica, ma imprescindibile, in modo più ampio, per ciascuno ambisca a definirsi cittadino di uno stato democratico. Noi democratici cerchiamo di abbracciare il concetto di legalità in tutte le sue variegate manifestazioni e non dimentichiamo mai quanto possa essere subdola l'indifferenza. A scanso di equivoci, preciso che questo mio commento ben lungi dall'essere una constatazione, vuole essere un'esortazione affinchè mai ci abbandoni la ricerca della legalità e mai ci si pieghi a logiche di compromesso, perchè quando è in gioco la legge non può esserci un bene superiore. Un abbraccio.

www.spaziaperti.ilcannocchiale.it

caterina ha detto...

il momento di riflessione che ci ha donato giulia con questo post è molto importante; quando si parla di illegalità si ha sempre il timore di cadere nella retorica e quindi spesso si evita di parlarne, sarà forse per il senso di impotenza che ognuno di noi sente ogni qual volta si trova di fronte ad accadimenti "discutibili" .... cosa fare oltre ad indignarsi o a denunciare laddove ve ne sia la possibilità, cosa possiamo FARE concretamete? olter che
provare a comportarci ogni giorno da cittadini e come tali a rispettare le regole che il sistema paese ci ha fornito per un serena convivenza;
chiacchierare con i propri amici e sensibilizzare chi ci conosce sull'ampio significato di illegalità
cos'altro potremmo fare? ... spesso mi chiedo se non bastasse, se bastasse testimoniare con il proprio agire che si può vivere nella legalità senza sentirsi inferiore o stupidi? eh si perchè è così che oggi viene definito chi: non copia durante un compito in classe, chi restituisce il resto ad una cassiera che si è confusa, chi non usa il priprio voto come merce di scambio e così via .... in un mondo dove l'eccezione è diventata la norma cosa si può fare per riportare al centro il SENSO DI APPARTENENZA AD UNA COMUNITA'? ... in attesa di poter legger cosa ne pensate mi unisco al messaggio di SCUSE del Presidente Vendola ... http://it.youtube.com/watch?v=h0Pe8XFzhNk

Fermenti Democratici BAT ha detto...

combattere l'illegalità diventa molto complesso quando viene a mancare il concetto stesso di LEGALITA'. in uno stato dove governa chi ha un curriculum tutt'altro che limpido, e dove si sta pian piano smantellando tutto il sistema giustizia a partire dal divieto di intercettazioni, una cosa assurda e inconcepibile. negli altri stati esistono diversi enti predisposti che possono utilizzare le intercettazioni, da noi oltre ad essere schedate singolarmente, le intercettazioni si potranno utilizzare solo nei reati di mafia e terrorismo, per tutti gli altri reati dall'omicidio al falso in bilancio non sarà più possibile fare alcunchè. soprattutto nei reati finanziari, quelli in cui è più incisivo l'uso delle intercettazioni, sarà impossibile scoprire chi va contro la legge. in tutto questo ci siamo noi, giovani. se le istituzioni stesse non hanno il senso della legalità, è difficile trasmetterlo al popolo. dobbiamo combattere questo cancro dalla radice